Le feste religiose, per lo più, rispettano un rituale antico e consueto.
Il mattino presto la festa inizia con gli spari e la Banda che suona lungo le vie del paese, quindi segue il rito della S. Messa celebrata, in alcuni casi, da tre sacerdoti (Messa Parata).
Nel pomeriggio si svolge la processione seguita dalla Banda ed infine la serata viene allietata da un concerto musicale.Soprattutto nei tempi passati ogni festivita si distingueva dall’altra per qualche peculiarità:
17 gennaio festa di S.
Antonio Abate
Dal racconto
dei nonni sappiamo che all’uscita dalla
S. Messa, proprio davanti alla Chiesa,
venivano venduti all’asta i “Palmenteri”
e offerti dai contadini locali beni
alimentari, come pollame, formaggi,
ecc…il Comitato organizzatore con il
ricavato delle vendite provvedeva a
pagare le spese della Festa. Poi i
contadini ed i pastori portavano i loro
animali nella piazza e dopo aver acceso
un grande fuoco il parroco benediceva il
bestiame.
Era tradizionale, oltre a
ciò, la corsa dei cavalli per le strade
del paese. Oggi il 17 gennaio di ogni
anno in onore di S. Antonio.i devoti
offrono pane benedetto alle famiglie
locali.
13 giugno festa di S. Antonio
di Padova
La sera prima,
dopo aver disposto il Santo, suonavano
le campane per annunciare l’inizio della
festa. La gente si recava in chiesa per
recitare il Vespro che spesso era
accompagnato dalla note della Banda. La
mattina due componenti del Comitato
Festa al seguito della la Banda che
suonava per le vie del paese con una
bisaccia in spalla, bussando casa per
casa, raccoglievano le offerte che in
genere consistevano in grano e uova. Poi
c’era la processione accompagnata dalla
Banda i cui musicanti venivano invitati
a pranzo dalle famiglie del paese.
24 giugno festa di S.
Giovanni Battista
Gli
antichi credevano che nella notte fra il
23 e il 24 giugno gli elementi della
natura aria, acqua, fuoco e terra si
caricassero di poteri particolari. Così
raccoglievano le erbe, soprattutto se
bagnate dalla rugiada notturna, perché
erano ritenute speciali e quindi in
grado di guarire malanni e scacciare
demoni e streghe. Non era solo
superstizione, è noto che solo in alcuni
giorni dell’anno è possibile ottenere
dalle piante i massimi principi attivi
(effetto balsamico). Il 24 giugno si
accendevano grandi fuochi affinché i
raccolti fossero abbondanti, si cantava
e si danzava intorno ad essi, in vari
modi si prediceva la sorte. Esisteva
un’usanza particolare, ancora oggi
visitata, “S. Giovanni alla bottiglia”:
si empiva una bottiglia bianca, un po’ a
fiaschetta, con acqua in cui si faceva
cadere l’albume di un uovo fresco. La
bottiglia veniva, poi, posta sul
davanzale di una finestra.
La mattina
seguente la famiglia riunita, in
ginocchio, ammirava nella una bottiglia
la magia della barchetta, con tanto di
albero e vela, ed, anche, si racconta
con l’immagine del Santo. Oggi in
occasione di questa festività e della
contestuale notte, ritenuta un tempo
magica per tutte le erbe, si organizza
la “Festa delle Erbe”. Si inizia con
un’escursione guidata intorno al
territorio santeufemiese alla scoperta
delle erbe, le quali, raccolte durante
la passaggiata, vengono poi cucinate e
degustate insieme con i prodotti tipici
locali presso la Piazzetta dei Fiori.
27 luglio festa di S.
Gioconda
Era il momento
della mietitura e i contadini, pur
essendo giorno di festa, si recavano nei
campi fino a mezzogiorno quando, uno
sparo pirotecnico, ne annunciava
l’inizio. Così tutti tornavano a casa.
S. Gioconda era soprannominata “la
Santa pisciatara” perché veniva invocata
per far piovere e, infatti, bastava
portare la sua statua in processione
perché piovesse.
Era usanza che i
bambini, con in mano un’immagine della
Santa, girassero per le vie del paese
con una bisaccia per raccogliere grano,
mentre gli uomini del Comitato Festa
andavano per le campagne ricevendo dai
contadini devoti un covone di grano.
Anche i pastori offrivano una giornata
di formaggio che veniva venduto durante
“la ial” (asta) che si svolgeva nella
piazza antistante la Chiesa e dove erano
venduti anche i Palmenteri che erano
stati lì portati dalle donne del paese
sulla testa. La sera nell’intervallo del
concerto bandistico, si svolgeva il
“ballo della pupa” ancor’oggi in uso.
Alla fine della serata si estraeva “la
riff” (la lotteria) con premi, non
ricchi, come agnelli e conche di rame ma
che, certamente, richiamavano
l’interesse della gente.
24 agosto festa San
Bartolomeo Ap. Patrono e di S. Eufemia
Si dice che fosse un uomo genuino:
“un uomo in cui non c’era falsità
(Gv 1,45-5)”,
passato dallo
scetticismo a un atto di fede ardente,
era disponibile, non ingannava nessuno,
era un buon lavoratore…
e, con queste
qualità, il Signore lo rese fondamento
della sua Chiesa assieme agli altri
apostoli
Ecco perché siamo fieri
che sia Lui il nostro Santo Patrono!!!
La Festa in onore di S. Bartolomeo e S. Eufemia è la festa più importante perché si festeggiano i Santi protettori. La mattina l’inizio dei festeggiamenti è annunciato dai botti e dal suono della banda dopo i quali si svolge il rito della S. Messa. Il pomeriggio vengono portati in processione i Santi Bartolomeo ed Eufemia. L’emozione è forte tutti gli anni anche perché in questo periodo gli emigranti “tornati a casa” portano in spalla i Santi alternandosi con i paesani rimasti. La sera solitamente si svolge un concerto ed il “ballo della pupa”.
8 settembre festa della
Madonna delle Grazie
Si
celebrava nel borgo di Roccacaramanico
e, per partecipare alla festa, la gente
di S. Eufemia si recava a piedi alla
“Rocchetta”. Lì venivano offerti dal
Comitato Feste i confetti di Sulmona.
Erano tre giorni di festeggiamenti
la sera si ballava all’aperto e si
potevano ammirare i fuochi d’artificio.
Purtroppo non tutte queste solennità vengono ancor’oggi celebrate, ma è in animo di tornare a far rivivere queste antiche tradizioni, soprattutto per onorare i Santi, ma anche per riprendere a camminare lungo il sentiero tracciato da chi con passione e viva fede, rinunciando anche al riposo, dopo il duro lavoro dei campi, si dedicava all’organizzazione di un giorno da trascorrere in preghiera e in letizia.